Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
love story
romanzo di formazione
Elizabeth Jane Howard, “Cambio di rotta”
Ed. Fazi, trad. M. Francescon,
pagg. 450, Euro 18,50
Un dramma all’inizio del nuovo-vecchio
romanzo di Elizabeth Jane Howard, la scrittrice inglese riscoperta dalla casa
editrice Fazi che finalmente ha i riconoscimenti che merita. “Cambio di rotta”
si apre con il tentativo di suicidio di Gloria, segretaria dello scrittore
Emmanuel Joyce dopo che le è stato detto che non lo accompagnerà a New York. E’
facile per noi sospettare che ci sia altro dietro questo atto estremo-
Elizabeth Jane Howard è bravissima (lo sappiamo) nel costruire atmosfere, nel dire
senza dire, nel farci capire con un’occhiata scambiata dai personaggi, con una
mezza parola. Tanto per cambiare Emmanuel deve averla corteggiata, illusa,
fatta innamorare, forse sedotta. Lillian, la moglie, deve essere abituata a
chiudere gli occhi trincerandosi dietro la sua condizione di perenne ammalata
di cuore perennemente in lutto per la morte della piccola Sarah avvenuta
quattordici anni prima. E il segretario Jimmy, fedele come un cucciolo a
Emmanuel che l’ha tirato fuori da un orfanotrofio, deve aver gestito situazioni
analoghe di ragazze con cuori infranti chissà quante altre volte.
Uscita di scena Gloria, entra sul
palcoscenico una nuova segretaria in questo romanzo che procede alternando le
voci narranti e spostando l’ambientazione dall’Inghilterra all’America e poi
alla Grecia. Si chiama Alberta, è giovanissima. Anzi, non si chiama affatto
Alberta, sono Jimmy ed Emmanuel a cambiarle il nome. Il suo vero nome lo
vedremo in calce alle lettere che scrive a casa e ci sarà un momento in cui le
viene restituito- Emmanuel la chiamerà Sarah quando la vedrà nella luce di una
figlia e potrebbe esserlo, sua figlia, con i quarant’anni di differenza tra di
loro.
Alberta, che sembra uscita da un
romanzo di Jane Austen, o dal “Middlemarch” che sta leggendo (e se Alberta
assomiglia a Dorothea di George Eliot, c’è molto in comune tra Mr. Casaubon e
Mr. Joyce), con la sua faccetta pulita, i vestitini cuciti dalla zia, la sua
innocenza e il pensiero costante rivolto alla sua numerosa famiglia, si
inserisce perfettamente nel piccolo gruppo abituato al lusso e agli ambienti
sfavillanti della gente di teatro. In maniera inspiegabile ne diventa il
centro, il punto di riferimento.
Alberta è di una saggezza commovente e, pur
essendo così giovane (impossibile non sottolineare che si chiama Young di
cognome), ha ben chiaro quello che è giusto e quello che è sbagliato.
Nell’incertezza pensa a suo padre, ministro della Chiesa anglicana, il personaggio
assente ma sempre presente in “Cambio di rotta”. Il padre di Alberta finirà per
influenzare i comportamenti di tutti attraverso i ricordi della figlia. Continuando
ad usare il linguaggio teatrale, più che mai adeguato per questo romanzo che si
svolge nel tempo in cui si fanno provini per l’attrice che deve interpretare una
commedia di Emmanuel, quando il reverendo Young esce per sempre di scena, sarà
Emmanuel- finalmente- ad accollarsi il ruolo di padre che più si addice alla
sua età, abbandonando le sue velleità di conquistatore. E, nelle ore convulse
tra un traghetto e l’altro per arrivare a prendere l’aereo che li riporterà da
Atene in Inghilterra, ci sarà un ‘cambiamento di rotta’ per tutti, una
trasformazione che implica un guardarsi dentro e decidere che è giunto il
momento di cambiare la propria vita. Radicalmente- per Emmanuel, per Lillian,
per Jimmy. Con Alberta (che è tornata ad essere Sarah) inconsapevole, incerta
tra la paura e la fiducia nel futuro.
C’è sempre qualcosa di molto personale che
rende unici i romanzi di Elizabeth Jane Howard- la sua passione per il teatro
che era condivisa da Louisa nella saga dei Cazalet diventa qui quella di
Emmanuel, la sua incresciosa esperienza come oggetto di desiderio da parte del
padre (anche Louisa ne era stata vittima) è qui ombreggiata negli sguardi di
Emmanuel verso Alberta (restiamo con il fiato sospeso per tutto il libro,
temendo che il lupo sbrani l’agnello), la deliziosa voce di Alberta assomiglia
a quella della dolce Clary. La descrizione dei paesaggi, poi, è superlativa,
perfetta come un accompagnamento musicale- un avvio tranquillo nella pace della
verde Inghilterra, frenesia di vita superficiale a New York, l’incanto
dell’isola in Grecia dove la luce del sole mette a nudo la verità di ogni
comportamento.
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