Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
love story
FRESCO DI LETTURA
Kent Haruf, “Le
nostre anime di notte”
Ed. NN, trad. Fabio Cremonesi, pagg. 200, Euro 17,00
Con questo ultimo bellissimo romanzo
diremo addio a Holt, la cittadina immaginaria del Colorado dove sono ambientati
tutti i libri di Kent Haruf. A lui, Kent Haruf, abbiamo già detto addio- è
morto nel novembre 2014 senza aver visto la pubblicazione di “Le nostre anime
di notte” che aveva scritto velocemente, in estate, perché sapeva di avere poco
tempo a disposizione. E’ per questo, forse, che si avverte un’urgenza, nel
romanzo, una necessità di parlare prima di tacere per sempre. E Kent Haruf ha
messo se stesso e la moglie Cathy al centro della breve vicenda, sono loro due
le anime che si parlano di notte, aggiungendo poi personaggi e storie che non
sono la sua.
“E poi ci fu il giorno in cui Addie Moore
fece una telefonata a Louis Waters”. Questo l’incipit che introduce i due
personaggi. Sarebbe brusco se non ci fosse quel ‘e poi’ all’inizio che
suggerisce tanto altro, una vita, due vite, prima di quel momento. “Mi chiedevo
se ti andrebbe qualche volta di venire a dormire da me”- questo Addie non lo
dice a Louis al telefono, va a casa sua per fargli questa proposta che lui non
sa come interpretare. “Ce ne stiamo per conto nostro da troppo tempo. Da anni.
Io mi sento sola. Penso che anche tu lo sia. Mi chiedevo se ti andrebbe di
venire a dormire da me, la notte. E parlare.” Ecco, lo ha detto. Così semplice,
così ovvio. C’è voluto coraggio, ma lo ha detto. Sono entrambi vedovi, Addie ha
settantadue anni, lui o è suo coetaneo o quasi. Che cosa hanno da perdere?
E Louis si presenta alla porta di Addie, con pigiama e spazzolino in un
sacchetto. Addormentarsi ascoltando il respiro dell’altro. Allontanare il buio
della solitudine. Ascoltare la voce di chi è sdraiato accanto, raccontarsi
dapprima le minuzie, le piccole abitudini, addentrarsi nei ricordi a poco a
poco, ricostruire la propria vita l’uno per l’altro. La tragedia che ha colpito
la famiglia di Addie dopo la quale niente è più stato come prima. La crisi
matrimoniale di Louis (rimpiange la decisione che ha preso? è ancora innamorato
della donna che per poco non aveva distrutto il suo matrimonio?).
Quando arriva il nipotino di cinque anni di
Addie, con naturalezza Louis si cala nella parte di nonno. Il bambino ha dei
problemi, come avviene spesso ai bambini nei libri di Kent Haruf, e sono Addie
e Louis, con la pazienza e la comprensione che l’età insegna, ad aiutarlo. Loro
due, un cane, dei topolini appena nati, delle corse lungo un ruscello, delle
notti sotto una tenda.
lo scrittore e la moglie |
Una storia d’amore senza sesso tra due anziani è troppo bella per essere
vera e per essere capita. La gente chiacchiera, fa maldicenze. Che cosa hanno
da perdere Addie e Louis? Può non importare a loro niente della reputazione e
dei pettegolezzi- che la gente pensi quello che vuole. Ma il figlio di Addie si
intromette. E lei, così ammirevolmente spavalda, si fa piccola davanti a lui,
non riesce a far fronte alle sue minacce.
C’è grandezza nella semplicità, nei romanzi di Kent Haruf. Pacatezza e
poesia. Essenzialità. La luce dello straordinario nel quotidiano. E’ come se lo
scrittore operasse una magia e noi non riuscissimo a capire come faccia a
spargere polvere di bellezza in quello che a noi apparirebbe grigio e banale
senza le sue parole.
la recensione sarà pubblicata su www.stradanove. net
le recensioni di due romanzi della trilogia di Kent Haruf si possono trovare nel blog sotto l'etichetta 'Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America' nel febbraio del 2016.
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