Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
il libro dimenticato
Daniel Silva, “Il disertore”
Ed. Giano, trad. Luca Briasco e
Raffaella Vitangeli, pagg. 469, Euro 18,00
Vyshaya
mera. Già queste due parole ci mettono i brividi, anche se dette in una
lingua che non conosciamo. La traduzione, poi, la punizione suprema, ci terrorizza perché la nostra immaginazione
corre ad immagini di efferata crudeltà. E ci sono scene di una violenza e
crudeltà incredibili nel romanzo “Il disertore” di Daniel Silva, il seguito de
“Le regole di Mosca” (si può leggere benissimo anche senza aver letto questo).
C’è una suspense talmente forte che è
impossibile interrompere la lettura, perché la trama è incalzante e non conosce
momenti di pausa.
“Nella città russa che chiamano Londra”
scompare l’ex agente russo Grigorij Bulganov. Aveva disertato lasciando un conto aperto con l’oligarca Ivan
Charkov, un tempo membro del KGB ed ora speculatore senza scrupoli e
trafficante di armi, in ottimi rapporti con il nuovo zar (leggete pure Putin,
mai nominato ma facilmente riconoscibile in tutto il romanzo). Bulganov stava
andando al suo club per una partita di scacchi. Le videocamere lo mostreranno
nel momento in cui, dopo essersi fermato un attimo, era salito su una macchina
scura che aveva accostato al marciapiede. Lo sportello era stato aperto
dall’interno. Era salito di sua volontà? Non aveva avuto altra scelta? I
servizi di intelligence britannica pensano che abbia disertato nuovamente
ritornando in Russia. Gabriel Allon, il mitico protagonista dei romanzi di
Daniel Silva, l’uomo dei servizi segreti israeliani che ha dato la caccia agli
assassini di Settembre Nero dopo la strage di atleti alle Olimpiadi di Monaco
del 1972, la spia inafferrabile che maneggia con altrettanta perizia armi da
fuoco e il sottile pennello del restauratore di quadri antichi, non crede
neppure per un attimo a questa versione. Grigorij Bulganov aveva aiutato Allon
a fuggire da Mosca, erano sulla stessa auto quando il russo si era fatto
promettere da Allon che questi avrebbe impedito con ogni mezzo che Bulganov
subisse la sorte dei traditori della Nuova Russia, che finisse in una fossa
comune- vyshaya mera. E Allon parte
per Londra, lasciando le dolci colline toscane dove ha trovato rifugio insieme
a Chiara, la moglie italiana, interrompendo il restauro di una pala d’altare.
Londra, Mosca, un luogo sperduto negli
Adirondacks dove vivono, nascosti, la ex moglie e i due figli di Charkov, Tel
Aviv. Membri dell’intelligence britannica, della Cia, dei servizi segreti
israeliani (sempre guidati dal grande Vecchio, Ari Shamron)- tutti con menti
affilatissime, riflessi pronti, disposti a qualunque cosa per portare a termine
il piano. Perché ad un certo punto non c’è più solo in gioco la vita di
Grigorij Charkov, la vyshaya mera
potrebbe abbattersi anche sulla persona più cara al mondo per Gabriel Allon. Si
abbassa a questo, Ivan Charkov, rifiutato dai suoi stessi figli. Colpire gli
affetti più cari di Gabriel per arrivare a lui.
E sarà veramente una lotta
senza esclusione di colpi, all’ultimo respiro, rabbrividendo nel biancore della
pianura russa che si macchia di sangue- e i nostri non sono solo brividi di freddo ma anche di
anticipazione per una fine che non può che essere brutale. Si può continuare a
vivere come prima, dopo esperienze del genere, dopo perdite così devastanti?
Un’ottima spy-story, un tesissimo noir
internazionale.
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