vento del Nord
cento sfumature di giallo
FRESCO DI LETTURA
Marion
Pauw, “La ragazza che non sapeva”
Ed. Neri Pozza, trad. M.Togliani,
pagg. 305, Euro 14,45
Ray Boelens. Trasferito dalla
prigione all’unità di Psichiatria forense perché condannato per un orrendo delitto: ha ucciso a coltellate la vicina
di casa e la sua bambina di quattro anni e poi, con estrema crudeltà e cinismo,
ha spento il mozzicone della sigaretta sul corpo della bimba (Ray, però, non
fuma). Il movente del delitto: la giovane e provocante vicina di casa lo aveva
respinto.
Iris Kastelein, avvocato.
Lavora presso un famoso studio legale di Amsterdam. Non le piace quello che
deve fare- molto spesso si tratta di difendere persone molto ricche che
riescono a comperarsi l’impunità anche se accusati di crimini disgustosi. E’ il
caso del rampollo della famiglia di armatori van Benschop, un quarantenne che
ha girato film porno con una ragazzina.
Ray. Uno degli internati lo
chiama ‘Rainman’. E’ come se avesse fatto una diagnosi. Quando, in seguito, Ray
viene spostato nel reparto autistici,
la parola viene detta. Noi lo avevamo già sospettato sentendolo parlare. Dei
ricordi della sua infanzia, della infelicità per l’abbandono da parte della
madre che lo aveva messo in un istituto quando non era riuscita più a gestire i
suoi comportamenti insoliti, del suo lavoro come fornaio (era bravissimo),
della passione per i pesci del suo
acquario. Ecco, soprattutto di questo, ripetendo come in una litania, ancora e
ancora, i nomi dei pesci di cui per tredici anni aveva tenuto un diario,
annotando tutto. Una fissazione. Che era stata quasi sostituita da quella per
la donna che era venuta ad abitare vicino a lui insieme alla bambina.
Iris. E’ una madre single. E il suo bambino non è un bambino facile. Iris viene
spesso chiamata dall’asilo perché vada a ritirare subito Aron, perché ha dato un morso ad una bambina o perché
continua a sbattere la testa contro il pavimento. Ad Aron piacciono i pesci
dell’acquario in casa della nonna, resta incantato a guardarli per ore.
Le due voci di Ray e di Iris si alternano ne “La ragazza che non
sapeva”. Succede che muore un pesce
dell’acquario e, cercando di capire perché, Iris viene a sapere che, prima
di arrivare in casa di sua madre, l’acquario era appartenuto ad un tal Ray
Boelens, il cui nome è apparso sui giornali perché è stato accusato di un
omicidio. E però anche il cognome della madre di Iris è Boelens.
“La ragazza che non sapeva” è un bel thriller insolito che tiene in sospeso il lettore fino alla fine. Siamo
pressoché sicuri che Ray, così dolce anche se strambo, non sia l’assassino,
anche se quello che ha detto, dopo aver ritrovato i corpi, è a suo sfavore. Sembra
che lo si sia accusato quasi volutamente, intanto Ray non è capace di
difendersi. Iris, però, si incaponisce. Quando è evidente che Ray è suo
fratello, non capisce perché sua madre non gliene abbia mai parlato. Iris fruga
tra le carte della madre, cerca di far dire a Ray qualcosa di più sulla notte
del delitto. Ha sentito qualcosa? Ha visto qualcuno? Perché la polizia non ha
neppure interrogato l’amante della donna che era anche il padre della bambina?
Iris parla con i vicini di casa, mentre Ray, rinchiuso prima in prigione e poi
in quello che una volta si chiamava manicomio, sembra sempre più essere la vittima innocente, ‘innocente’ nel
significato originale di ‘puro’, una sorta di idiota dostojevskiano su cui è facile accumulare le colpe. Il
finale è un colpo di scena del tutto inaspettato, direi addirittura poco
credibile se non fosse che la cronaca nera dei giornali ci ha abituato a
credere a tutto- la realtà supera
l’immaginazione, perché no, quindi?
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