Voci da mondi diversi. Penisola iberica
cento sfumature di giallo
FRESCO DI LETTURA
Lluis
Llach, “Le donne della Principal”
Ed. Marsilio, trad. Sara Cavarero,
pagg. 306, Euro 15,73
“Che confusione tutte queste Marie!”, dice Lourenç ormai anziano, uno
dei personaggi principali del bel libro “Le donne della Principal” dello
scrittore e cantautore catalano Lluis Llach. Ad eccezione di Blanca, moglie di
Andreu Roderich, si chiamano tutte Maria,
le donne della grande tenuta agricola ‘la Principal’, in un paese sperduto tra
i monti. E forse è giusto che sia così, perché attraverso gli anni è una sola Maria che emerge e che le
incarna tutte, come fosse una fenice che risorge sempre dalle ceneri. Tre Marie
con la stessa forza di volontà indomita,
la stessa intelligenza, lo stesso acume per gli affari, per decidere
quello che è meglio- al passo con il cambiare dei tempi- per la Principal,
famosa per i vigneti e il vino che producono in concorrenza con i rinomati vini
francesi.
Maria “la Vecchia”, Maria “la
Signora”, Maria Costa- ecco, se vogliamo differenziarle chiamiamole così,
con il loro soprannome, e solo l’ultima, quella dei nostri tempi non ne ha uno.
La prima Maria era diventata “la Vecchia” già a vent’anni, quando-
era il 1893- la fillossera aveva rovinato i vigneti, suo padre era morto e lei-
lei e non uno dei quattro fratelli- aveva ereditato la Principal. Doveva essere
una sfortuna, Maria non ancora “la Vecchia” aveva augurato la morte a suo padre
per averla confinata in campagna mentre tutti loro si trasferivano a Barcellona
(qualcuno dall’alto aveva raccolto la sua preghiera?), e invece era stata
proprio il contrario. La seconda Maria
aveva iniziato ad essere chiamata “la Signora” dopo lo strano ‘prodigio’ avvenuto
durante il funerale della madre (un fumo nero che si era alzato dalla bara e si
era fatto strada verso di lei) ed infine Maria
Costa- peccato non lasci dietro di sé un’altra Maria- è quella che, nel
2001, svelerà tutti i segreti della
Principal. E ce ne sono parecchi, con diverse implicazioni. Perché “Le
donne della Principal” è una saga
famigliare con delitto, con un mystery da risolvere intrecciato a storie di
amori eterni e di passioni proibite.
La storia della Principal e della famiglia Roderich (a questo si
aggiungeranno altri cognomi, dei mariti delle varie Marie) si svolge nell’arco
di un secolo ed è la storia di un angolo di Spagna, di un paesino tra i vigneti
in cui il potere dominante è quello dei signori del posto. Il delitto aggiunge un pizzico di spezie
alle vicende- è avvenuto nel 1936 ed
è stato messo a tacere finché, nel 1940,
un ambizioso ispettore che si vede
nelle vesti di Maigret inizia di nuovo ad indagare. In un certo senso tutto il
romanzo ruota intorno al delitto e tuttavia questo è solo il pretesto per
fotografare un momento storico: la
guerra civile è finita, i rossi hanno perso, la Chiesa è più forte che mai con l’appoggio del Generalissimo, più
arrogante, più ipocrita, più peccaminosa che mai.
Il romanzo di Lluis Llach, così radicato nella terra, così colorato
nella descrizione di luoghi e persone e usanze contadine, ci rimanda l’eco dei
romanzi verghiani per la potenza
selvaggia dei sentimenti, aggiungendo però la modernità delle figure
femminili che osano sfidare le
convenzioni. E- per quel filo giallo che si attorciglia, sembra snodarsi e invece
si riattorciglia- ci piace l’ispettore che legge Agatha Christie e gli importa solo di risolvere il caso e non
di essere giusto. Perché può accadere che la giustizia abbia il sapore dell’ingiustizia.
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