Voci da mondi diversi. Asia
love story
FRESCO DI LETTURA
Han
Suyin, “L’amore è una cosa meravigliosa”
Ed. Sonzogno, trad. Alessandra Di
Luzio, pagg. 384, Euro 15,30
Forse solo i giovani non hanno memoria di una canzone le cui note risuonavano
ovunque negli anni ‘50 del novecento, “L’amore è una cosa meravigliosa”. I meno
giovani la ricorderanno certamente, come ricorderanno il film, anche se non lo
hanno visto- una storia d’amore bella e
struggente, consolatoria anche se triste.
La casa editrice Sonzogno ripubblica il libro di Han Suyin da cui è
stato tratto il film, con una nuova traduzione e una postfazione (molto bella)
di Renata Pisu, nella collana bittersweet
che si dimostra sempre più interessante nella scelta dei titoli (non per
niente è diretta da Irene Bignardi).
Quello che gli spettatori probabilmente non sapevano nel 1955 è che la
vicenda che li ammaliava sullo schermo era vera-
difficile d’altra parte sospettarlo con Jennifer Jones nella parte della
protagonista euroasiatica, la stessa Han
Suyin, figlia di madre belga e padre cinese.
Ed è questo uno dei punti
fondamentali del romanzo: Suyin ha l’aspetto cinese e ciò, nonostante la laurea
in medicina presa in Inghilterra, erge una barriera
tra lei e gli Occidentali che vivono a Hong Kong dove Suyin lavora in un
ospedale nel 1949. Quando incontra il giornalista Mark Elliott, Suyin (vedova
con una figlia) se ne innamora,
conquistata anche dall’amore tenero e dolce che lui le dimostra. Niente è
facile, però. Non è facile la loro
situazione, non è uso che le vedove cinesi si risposino, inoltre Mark è
sposato e comunque Suyin è una mezzosangue- impensabile un matrimonio anche se
Mark dovesse ottenere il divorzio, la società in cui vivono li metterebbe al
bando e come reagirebbe la famiglia di lei in Cina? Non è facile il momento storico- i nazionalisti di Chiang Kai Sheck
non riescono a fermare l’avanzata travolgente dei comunisti, le voci più
allarmanti arrivano dalla Cina, Hong
Kong, questa isola ‘ibrida’ che è come un’escrescenza della Cina, si
riempie di gente impaurita in fuga.
Chi è ricco e riesce a speculare su questa situazione, accumula ancora più
ricchezze, chi è povero annaspa, fa la fame, si ammala (la tubercolosi
raggiunge livelli altissimi), muore. Eppure solo a Hong Kong potrebbe fiorire
l’amore tra Suyin e Mark, quasi fosse una
terra di nessuno. Ed in un certo senso lo è, lontana dalle famiglie di
entrambi, lontana dai luoghi politicamente caldi dove dovrebbero prendere una
posizione.
Jennifer Jones |
La storia d’amore di per sé non è straordinaria ed è raccontata in prima
persona in una maniera perfin troppo sublimata
e idealizzata- sembra troppo perfetta per essere umana. Avvertiamo sempre
una certa reticenza da parte di Han Suyin, quella stessa durezza che Mark
soltanto riesce a scalfire, una sorta di autodifesa
per impedirsi di soffrire troppo, qualunque cosa accada. La parte più bella del
romanzo è, invece, lo scavare della scrittrice nel divario tra Oriente e Occidente, il suo continuo analizzare la
scissione che sente in sé tra le sue due
identità (parlandoci della vita di Han Suyin, Renata Pisu ci dice dei molti
nomi con cui Han Suyin si fece chiamare), il suo chiedersi a chi vada la sua lealtà, quali siano le sue priorità. E Han Suyin
non ha dubbi: sceglie la Cina, anche
se questo dovesse significare lasciare Mark. La Cina ha bisogno di medici, lei
ha studiato in Inghilterra per mettersi a servizio del suo paese, affronterà i
rischi del ritorno.
una giovane Han Suyin |
Vale la pena di leggere un romanzo che è stato un mito, confrontare la Cina
confuciana del passato che è nella memoria di Han Suyin con quella del
momento di cui scrive, mentre Mao
sta prendendo il potere, e poi con la
Cina della Rivoluzione culturale e infine con quella odierna, capitalista quanto la Hong Kong descritta da Han
Suyin (incantevole, peraltro). E osserviamo ancora quanto più ricco di
sfumature sia il titolo originale, che è il leitmotiv del libro, “Love is a
many-splendored thing”: Mark e Suyin hanno (se lo ripetono di continuo) la Cosa
dal molteplice splendore. Impagabile, senza prezzo.
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