domenica 8 maggio 2016

Han Suyin, “L’amore è una cosa meravigliosa” ed. 2016

                                                                  Voci da mondi diversi. Asia
             love story
              FRESCO DI LETTURA

Han Suyin, “L’amore è una cosa meravigliosa”
Ed. Sonzogno, trad. Alessandra Di Luzio, pagg. 384, Euro 15,30

     Forse solo i giovani non hanno memoria di una canzone le cui note risuonavano ovunque negli anni ‘50 del novecento, “L’amore è una cosa meravigliosa”. I meno giovani la ricorderanno certamente, come ricorderanno il film, anche se non lo hanno visto- una storia d’amore bella e struggente, consolatoria anche se triste.  La casa editrice Sonzogno ripubblica il libro di Han Suyin da cui è stato tratto il film, con una nuova traduzione e una postfazione (molto bella) di Renata Pisu, nella collana bittersweet che si dimostra sempre più interessante nella scelta dei titoli (non per niente è diretta da Irene Bignardi).
       Quello che gli spettatori probabilmente non sapevano nel 1955 è che la vicenda che li ammaliava sullo schermo era vera- difficile d’altra parte sospettarlo con Jennifer Jones nella parte della protagonista euroasiatica, la stessa Han Suyin, figlia di madre belga e padre cinese.
Jennifer Jones
Ed è questo uno dei punti fondamentali del romanzo: Suyin ha l’aspetto cinese e ciò, nonostante la laurea in medicina presa in Inghilterra, erge una barriera tra lei e gli Occidentali che vivono a Hong Kong dove Suyin lavora in un ospedale nel 1949. Quando incontra il giornalista Mark Elliott, Suyin (vedova con una figlia) se ne innamora, conquistata anche dall’amore tenero e dolce che lui le dimostra. Niente è facile, però. Non è facile la loro situazione, non è uso che le vedove cinesi si risposino, inoltre Mark è sposato e comunque Suyin è una mezzosangue- impensabile un matrimonio anche se Mark dovesse ottenere il divorzio, la società in cui vivono li metterebbe al bando e come reagirebbe la famiglia di lei in Cina? Non è facile il momento storico- i nazionalisti di Chiang Kai Sheck non riescono a fermare l’avanzata travolgente dei comunisti, le voci più allarmanti arrivano dalla Cina, Hong Kong, questa isola ‘ibrida’ che è come un’escrescenza della Cina, si riempie di gente impaurita in fuga. Chi è ricco e riesce a speculare su questa situazione, accumula ancora più ricchezze, chi è povero annaspa, fa la fame, si ammala (la tubercolosi raggiunge livelli altissimi), muore. Eppure solo a Hong Kong potrebbe fiorire l’amore tra Suyin e Mark, quasi fosse una terra di nessuno. Ed in un certo senso lo è, lontana dalle famiglie di entrambi, lontana dai luoghi politicamente caldi dove dovrebbero prendere una posizione.

       La storia d’amore di per sé non è straordinaria ed è raccontata in prima persona in una maniera perfin troppo sublimata e idealizzata- sembra troppo perfetta per essere umana. Avvertiamo sempre una certa reticenza da parte di Han Suyin, quella stessa durezza che Mark soltanto riesce a scalfire, una sorta di autodifesa per impedirsi di soffrire troppo, qualunque cosa accada. La parte più bella del romanzo è, invece, lo scavare della scrittrice nel divario tra Oriente e Occidente, il suo continuo analizzare la scissione che sente in sé tra le sue due identità (parlandoci della vita di Han Suyin, Renata Pisu ci dice dei molti nomi con cui Han Suyin si fece chiamare), il suo chiedersi a chi vada la sua lealtà, quali siano le sue priorità. E Han Suyin non ha dubbi: sceglie la Cina, anche se questo dovesse significare lasciare Mark. La Cina ha bisogno di medici, lei ha studiato in Inghilterra per mettersi a servizio del suo paese, affronterà i rischi del ritorno.
una giovane Han Suyin

     Vale la pena di leggere un romanzo che è stato un mito, confrontare la Cina confuciana del passato che è nella memoria di Han Suyin con quella del momento di cui scrive, mentre Mao sta prendendo il potere, e poi con la Cina della Rivoluzione culturale e infine con quella odierna, capitalista quanto la Hong Kong descritta da Han Suyin (incantevole, peraltro). E osserviamo ancora quanto più ricco di sfumature sia il titolo originale, che è il leitmotiv del libro, “Love is a many-splendored thing”: Mark e Suyin hanno (se lo ripetono di continuo) la Cosa dal molteplice splendore. Impagabile, senza prezzo.


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