Voci da mondi diversi. Francia
la Storia nel romanzo
il libro ritrovato
Gilbert Sinoué, “Una nave per l’inferno”
Ed. Neri Pozza, trad. Giuliano
Corà, pagg. 310, Euro 16,00
Per tutti quelli che hanno vissuto nel secolo scorso
“l’inferno” ha una sola accezione, significa campi di concentramento, evoca
immagini di montagne di cadaveri, di scheletri ambulanti vestiti con un pigiama
a righe, di cumuli di valigie abbandonate semiaperte, occhiali, scarpe. Morte e
degradazione inflitta dall’uomo sull’uomo.
“Una nave per
l’inferno” dello scrittore egiziano francese Gilbert Sinoué rielabora un fatto
storico poco noto o dimenticato dell’epopea del popolo ebraico sotto il
nazismo: il 13 maggio 1939 una nave che batteva bandiera nazista salpava da
Amburgo diretta a Cuba. A bordo c’erano 937 ebrei che avevano pagato il
passaggio, il visto turistico e il transito da Cuba per emigrare negli Stati
Uniti. Tutti si erano lasciati dietro una parte della loro vita- case, parenti,
ricordi-, avevano venduto tutto il possibile per comprare quel passaggio, una
fuga permessa e favoreggiata dalle autorità naziste per provare che la Germania non era così mal
intenzionata come si voleva far credere.
C’erano famiglie intere a bordo della Saint Louis, c’erano anche delle coppie
di mezza età che speravano di farsi raggiungere dai figli adulti più tardi, c’era
qualcuno che aveva già sperimentato il campo di concentramento e preferiva
qualunque destinazione piuttosto che rimanere in Germania. Ma c’erano anche
delle spie dell’Abwehr che avrebbero dovuto sorvegliare il capitano Schröder,
che si sarebbe rivelato un uomo straordinario, da ricordare come uno dei
“Giusti”.il capitano Schröder |
Sinoué segue il
viaggio della nave: ci sono testimonianze, pagine del diario tenuto da uno dei
passeggeri, documenti di bordo, dispacci ufficiali. Una nave è un microcosmo,
Sinoué registra conversazioni che rivelano sentimenti, paure e speranze-
aumentano le speranze mentre la nave si allontana dalle coste dell’Europa,
crescono i timori del capitano che ha ricevuto l’ordine inspiegabile di tenere
una velocità elevata. Un paio di passeggeri non regge alla tensione e si getta
in mare. Uno muore di morte naturale. Quando la nave arriva in vista de La Avana , l’entusiasmo è pari a
quello dei marinai di Colombo quando le caravelle avvistarono terra. Finché
giunge l’ordine di attendere in rada.
In realtà
Un libro che
si legge con l’interesse di un documento, come testimonianza di una storia da
non dimenticare, manca però qualcosa per trasformare un materiale narrativo
così drammatico in un grande romanzo.
la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net
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