biografia romanzata
FRESCO DI LETTURA
Carla Maria Russo, “I giorni dell’amore e della guerra”
Ed. Piemme, pagg. 429, Euro 16,15
Grande
Caterina! Anche quando avremo terminato di leggere “I giorni dell’amore e
della guerra”, quando l’avremo seguita in vent’anni di lotte e (per fortuna) di
amore, è con l’immagine grandiosa di
lei, spavalda sulle mura della rocca
di Ravaldino, che la ricorderemo. Perché Caterina, a cui hanno appena ucciso il
marito (lei lo odiava ma era pur sempre il signore di Forlì), rifiuta di arrendersi
agli assedianti- lei è una Sforza, lei
non cederà. E, davanti alle minacce di ritorsioni sui suoi figli (sei bambini,
il più piccolo ha solo otto mesi), la leggenda vuole che lei si sia sollevata
le gonne e, sprezzante, mostrando il pube,
abbia gridato, “impiccateli pure, qui,
davanti a me. Possiedo lo stampo per
farne quanti ne voglio!”. Urla di sdegno. Insulti contro di lei, ma i
bambini non furono toccati. E pare che Ludovico il Moro abbia riso dell’audacia
della nipote, quando gli riferirono le sue parole. Una donna che è costretta
dalla vita a svolgere il ruolo di un uomo non può lasciarsi condizionare dai
sentimenti. E se tiene in mano una spada e si batte come un soldato, può usare
un linguaggio da soldato.
Caterina Sforza |
Carla Maria Russo aveva annunciato, lo
scorso anno, che avrebbe scritto un seguito de “La bastarda degli Sforza”,
perché non aveva finito di parlarci di Caterina Sforza. C’era ancora molto da
dire, c’erano le guerre tra Sforza,
Medici, il Papato, gli Aragonesi, c’era la
funesta incursione dei francesi chiamati in Italia da Ludovico, e la posizione strategica della Romagna,
stritolata tra potenze più grandi, con Caterina, signora di Forlì e Imola, che
si batteva per restare neutrale, sapendo bene quale strascico di sangue e
miseria ogni guerra porti con sé. E
c’era l’amore, anche. La bambina andata sposa a nove anni era rimasta
vedova a venticinque. Finora l’amore era stato violenza e disgusto, con la
morte di Girolamo Riario Caterina si era sentita libera. Aveva sei figli ma era
una ragazzina e- psicologia spicciola- non è un caso che si innamorasse
perdutamente di un ventenne che faceva lo scudiere (‘senza arte né parte’,
diremmo noi), e non degnasse di uno sguardo altri corteggiatori suoi pari. Per il
dolce Giacomo Feo, così diverso da Girolamo Riario, Caterina cambia. Ecco i sentimenti, che hanno la meglio sulla
donna guerriera. Cambia Caterina e cambia il mite Giacomo che la guardava
con occhi adoranti. Lei gli darà un potere sempre maggiore, lui diventerà
sempre più ambizioso, mirerà sempre più in alto. La posizione di Ottaviano,
primogenito di Caterina ed erede del titolo, è a rischio. E se fosse a rischio
anche la vita di Caterina? Macchinazioni e congiure, violenza e morte, la vita di Caterina si spezza, la sua
vendetta è cieca, furibonda, terribile. Eppure il destino, o l’enorme forza
vitale di Caterina, hanno altro in serbo per lei, ancora un figlio- il bambino che da grande sarà il famoso Giovanni
dalle Bande Nere.
E’
un romanzo travolgente, “I giorni dell’amore e della guerra”. Proprio
perché è un libro di amore e di guerra. Perché Carla Maria Russo ha la
capacità di rendere viva la Storia
che racconta e allora quei capitoli di storia che ricordiamo intricati quando
li studiavamo a scuola, con la nostra penisola divisa tra diversi stati e
staterelli, con guerre e scaramucce, congiure e ritorsioni vendicative, trame e
alleanze che si fanno e disfano, matrimoni dettati da motivi politici e
fanciulle ‘vendute’ per ragioni di stato, Papi lussuriosi e corrotti- tutto
questo si colora nelle pagine del
suo romanzo, diventa un film di azione, è comprensibile, ci piace, ci
appassiona.Giovanni Medici |
la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net
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