il libro ritrovato
Giorgio Fontana, “Per legge superiore”
Ed. Sellerio, pagg. 245, Euro
13,00
Di fronte alla chiesa in mattoni rossi
di san Pietro in Gessate, a Milano, si erge il Palazzo di Giustizia, bianco,
massiccio, goffo con le sue linee squadrate tipiche dell’architettura di epoca
fascista. Sui lastroni di marmo ci sono delle macchie nere- i chiodi ad
espansione per limitare il rischio di crollo dopo gli interventi fatti
sull’edificio negli anni ‘80.
E’ questa immagine che domina il romanzo
“Per legge superiore” di Giorgio Fontana: un palazzo kafkiano che sta
sprofondando. Impossibile non scorgerne la metafora. E il protagonista, il
sostituto procuratore Roberto Doni, ci fa pensare al giovane avvocato Guido Guerrieri
della trilogia di Gianrico Carofiglio (anche se non gli assomiglia affatto)
perché il caso di cui dovrà occuparsi ricorda- alla lontana- quello di
“Testimone inconsapevole”: un extracomunitario è stato accusato di aver preso
parte ad una sparatoria in cui una ragazza milanese è stata gravemente ferita. Roberto
Doni ha sessantacinque anni e una carriera di duro impegno alle spalle, è un
sopravvissuto di un’altra epoca in cui lo studio indefesso non era alleggerito
da diversivi, quando niente veniva dato per scontato. Roberto Doni è sposato e
vuole tuttora bene alla moglie. Hanno una figlia che studia Fisica negli Stati
Uniti. Ecco, se c’è una crepa nella vita di Roberto Doni è proprio la figlia:
perché non risponde alle sue e-mail? Perché, se telefona, parla solo con la
mamma? E’ coscienzioso e scrupoloso, Roberto Doni. Quando riceve una mail da
una giornalista free-lance che sostiene l’innocenza del tunisino Khaled Ghezal,
la cancella. Poi, però, quando Elena Vicenzi si presenta nel suo ufficio al palazzo
di Giustizia, lui la ascolta. Fa di più, acconsente a fare con lei un giro in
via Padova- la zona in cui abita il tunisino, vicino alla strada dove si sono
svolti i fatti di cui Khaled è accusato. Perché c’è qualcosa, nella
giornalista, che ferma l’attenzione. Un idealismo, una dedizione, un’integrità
che forse rimanda Roberto Doni ai tempi della giovinezza. C’è sete di verità e
giustizia. Ma: coincidono verità e giustizia?
Se non fosse per l’età del protagonista,
potremmo definire “Per legge superiore” un romanzo di formazione. Un romanzo di
una crescita che si attua secondo gli schemi tipici del genere, lungo un
percorso che è un viaggio nell’anima e un viaggio ‘geografico’, per le strade
di Milano. Ed entrambi i viaggi sono duplici, entrambi contrappongono l’ieri
all’oggi, quello che lui, Roberto Doni, era e quello che è, le aspettative di
ieri e le speranze di domani che potrebbe infrangersi nell’oggi, la città che
Roberto ha conosciuto, i locali che ha frequentato e la città che Elisa Vicenzi
gli fa conoscere, quasi una città dentro la città, una realtà che è impossibile
comprendere solo attraverso gli articoli sui quotidiani illustrati dalle foto
con le camionette dei militari che fanno la ronda. La città intorno a via
Padova è tutto un fermento, un borbogliare che si azzittisce appena un
‘estraneo’ (anche se travestito con jeans e felpa come Doni) vi si addentra-
perché Khaled preferisce prendersi la condanna piuttosto che giustificarsi
parlando?
via Padova- Milano
La crescita di Doni passa anche
attraverso la morte, come è di rigore, e attraverso il confronto con il
rispettato maestro di un tempo, cercando da lui uno sprone per fare quello che
va fatto, ‘per legge superiore’, senza pensare alle conseguenze per sé, la sua
famiglia, la sua carriera. Perché fare il magistrato, avere a che fare con la
legge e la giustizia, non è un lavoro che termina con un timbro sul cartellino.
“Non smettiamo di essere magistrati o giornalisti quando ci infiliamo il
pigiama”, gli dice Elisa Vicenzi.
Leggere il romanzo di Giorgio Fontana è
corroborante. E’ aprire una finestra per lasciare entrare aria fresca. E’
cercare di guardare la realtà con una lente diversa. Questa è un’ottima prova
narrativa da parte di un giovane scrittore da cui ci aspettiamo molto.
la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net
Nessun commento:
Posta un commento