audiolibro
il libro ritrovato
Tracy Chevalier, “La ragazza con l’orecchino di perla”
Letto da Isabella Ragonese
Ed. emons, durata 8h 56 min,
versione integrale, Euro CD 16, 90, download 9,63
Ho letto per la prima volta il romanzo
più famoso di Tracy Chevalier, “La ragazza con l’orecchino di perla”, quando
ancora non era stato tradotto in italiano, doveva essere appena uscito, nel
1999. Non è soltanto il libro che ha dato la notorietà alla scrittrice, è anche
quello che ha inaugurato il genere che io chiamo ‘painting fiction’, un romanzo
che ‘legge’ un quadro dipingendolo davanti ai nostri occhi, immaginando per noi
la storia che si cela dietro il dipinto. Penso che, come è successo a me,
nessun altro che abbia letto il libro di Tracy Chevalier abbia potuto, dopo,
riguardare il quadro di Vermeer, la ragazza col viso leggermente rivolto di
lato, il turbante blu e giallo che le copre i capelli, l’orecchino come una
lacrima di perla che fa rimbalzare il nostro sguardo agli occhi grandi
dall’espressione difficile da interpretare, senza pensare all’adolescente Griet
mandata a servizio in casa del grande pittore, così come ce ne parla Tracy
Chevalier, inventando la sua storia.
Ho amato molto il libro, confesso di aver
trovato insopportabile il film, ho trovato splendido, ora, l’audiolibro della
casa editrice emons con l’attrice Isabella Ragonese che legge per noi,
aggiungendo un tocco di magia ad una storia di cui pensavamo di sapere già
tutto. Perché questo non è un romanzo d’azione, è un romanzo di interni con
pochi dialoghi, molte parole non dette, sentimenti sfumati e non espressi,
un’attenta osservazione di questo nuovo mondo che incuriosisce la servetta.
Perché Griet è un’osservatrice, ha il
dono innato di vedere, quasi come la
camera oscura che Vermeer usa come terzo occhio che gli restituisce
oggettivamente ciò che lui sta dipingendo. Griet sente d’istinto quali siano i
colori giusti da accostare, come debba essere la consistenza di un tessuto che
serve per contrasto. La modulazione della voce di Isabella Ragonese ci
restituisce il tono aspro della moglie del pittore, quello maligno di una delle
bambine, quello accorato della sorella di Griet, quello sessualmente eccitato
dell’odioso cliente a cui andrà il ritratto, quello pacato e pieno di ombre
dello stesso Vermeer e infine quello timido, a tratti titubante e a tratti
fermo, di Griet.
Tutta la storia, con il poco che ci viene detto (l’amore
tiepido per quel bravo ragazzo figlio del macellaio) e il tanto che non ci
viene detto (l’amore che nasce dall’ammirazione e che noi dobbiamo indovinare
per il pittore, il primo figlio di Griet che si chiama come lui), è nota. E’
una storia che ha i colori, come il dipinto- come può reggere il confronto il
rosso del sangue dei pezzi di carne che macchia il grembiule di Peter, che gli
tinge le unghie, con il blu, il giallo, l’ocra che Griet prepara nel mortaio con
il pestello?- e che converge verso il finale con la perla luminescente che Vermeer
infila nel lobo di Griet e che anche nel quadro cattura i nostri occhi. Come è
arrivata una fantesca a mettersi un gioiello da signora nell’orecchio? E’ stata
questa l’intuizione straordinaria della scrittrice, immaginare il mistero
dell’orecchino.
il pittore Vermeer. Autoritratto |
Un audiolibro letto da un bravo attore è l’incanto del teatro in una
stanza.
la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it
l'attrice Isabella Ragonese legge "La ragazza con l'orecchino di perla" |
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