ricorrenze
audiolibro
Antonio Tabucchi,
“Sostiene Pereira”
Ed. emons: Feltrinelli, letto da Sergio Rubini, CD MP3,
versione integrale, durata 4 ore 23 minuti, Euro 16,90
Se fossi Pereira, meglio, se fossi la voce fuori campo del romanzo, quella
che pare essere del suo difensore in un tribunale, direi che sostiene Pereira
che se lo sentiva (che io me lo sentivo) che doveva rileggere quel romanzo, pur
non sapendo perché. Perché quello che ‘sentiva’ era una ricorrenza importante, che aveva a che fare con la morte: Antonio
Tabucchi è morto il 25 marzo 2012, due anni fa. E ho ascoltato due volte di
seguito l’audiolibro “Sostiene Pereira”: la splendida lettura di Sergio Rubini
per un libro splendido.
Il libro è talmente famoso, grazie anche alla trasposizione
cinematografica del 1995 con la regia di Roberto Faenza e Marcello Mastroianni
nei panni del dottor Pereira, che una recensione è superflua. E tuttavia voglio
parlarne ugualmente, perché mi ha colpito nel profondo, perché è uno di quei
libri che diventano più ‘grandi’ se riletti attraverso la lente del tempo,
perché il messaggio che contiene è più che mai valido, perché il mite, ritroso,
grigio dottor Pereira potrebbe essere uno di noi. Così buono il dottor Pereira
che, quando va da padre Antonio per confessarsi, questi gli dice di tornare
quando avrà fatto qualche peccato, che non gli faccia perdere tempo. Eppure il
dottor Pereira ha una colpa, quella di vivere nel suo mondo dell’intelletto,
traducendo autori francesi, senza quasi sapere che cosa stia succedendo in
Portogallo.
E’ il 1938 e il dittatore Antonio de Oliveira Salazar è al potere
dal 1932. Pereira è un giornalista, è incaricato della pagina culturale del
giornale Lisboa ed è per caso, dopo aver letto un suo saggio sulla morte, che
assume come apprendista il giovane Francesco Monteiro Rossi e ne conosce pure la fidanzata- troppo politicizzata secondo il dottor Pereira. A Monteiro Rossi Pereira
affida l’incarico di scrivere i ‘coccodrilli’, i necrologi anticipati di
personalità che potrebbero morire da un giorno all’altro. Ecco, la morte è
entrata con prepotenza subdola nel mondo di Pereira. La morte in filosofia, la
morte della moglie al cui ritratto Pereira parla, la morte possibile, la morte
quotidiana in un paese morto alla vita- quando un carrettiere che riforniva i
mercati verrà ucciso dalla polizia nell’Alentejo, i giornali non ne parlano,
non possono parlarne. Pereira, a quel punto, risvegliato ad una nuova
consapevolezza da Monteiro Rossi, se ne stupisce, se ne scandalizza. Sembra che
Pereira scopra un mondo nuovo, di oppressione e di violenza e di voglia di
libertà, guidato dal giovane Monteiro Rossi che diventa idealmente il figlio
che non ha mai avuto, che dice che a lui non interessa la morte, è la vita che
gli interessa. Pereira scopre che in Spagna si sta combattendo, e perché mai il
Portogallo, una repubblica, dovrebbe schierarsi accanto a Franco, contro i
repubblicani spagnoli?
C’è un’altra persona che contribuisce al cambiamento di
Pereira, il dottor Cardoso che si prende cura non solo del suo corpo (per forza è in sovrappeso, le dieci limonate al giorno che Pereira beve sono per metà
zucchero) ma anche della sua anima, sollecitando la sua presa di coscienza
politica, spingendolo a prendere posizione, a pubblicare articoli che suscitano
la furia del suo direttore (quanto è cambiato, Pereira, da quando si
scandalizzava per gli scritti di Monteiro contro quel ‘fascistone’ di
D’Annunzio o quel guerrafondaio di Marinetti), a ‘frequentare il futuro’ staccandosi
dal passato. Farà di più Pereira, nasconderà Monteiro Rossi, e altro ancora,
fino a mettere la sua firma sul giornale, un manifesto J’accuse.Antonio Salazar |
C’è qualcosa di intensamente doloroso nel personaggio di Pereira, nel
romanzo di Tabucchi. Qualcosa che fa sì che questo piccolo antieroe eroico
divenga esemplare. Indimenticabile.
Un libro che è un capolavoro, da rileggere, o da leggere almeno una volta nella vita.
Un libro che è un capolavoro, da rileggere, o da leggere almeno una volta nella vita.
la copertina dell'edizione cartacea
Nessun commento:
Posta un commento