venerdì 14 febbraio 2014

Arne Dahl, "La linea del male" (2006)


                                                             cento sfumature di giallo
                                                                  il libro ritrovato




 Arne Dahl, “La linea del male”
Ed. Marsilio, trad. Carmen Giorgetti Cima, pagg. 350, Euro 17,00

Titolo originale: Ont Blod

      Quando si importano dei modelli da un’altra cultura- come dice uno dei personaggi di questo ottimo thriller dello svedese Arne Dahl- non attecchiscono solo quelli positivi, ma anche quelli negativi: è la civiltà americana che ha, in qualche modo malato, nutrito i serial killer, e adesso c’è un serial killer all’opera anche in Svezia.

“L’omicidio seriale si basa sul bisogno di essere visto” disse in tono riflessivo…. “La vittima deve vedere il suo carnefice, preferibilmente a lungo, e la gente deve vedere le vittime, e attraverso esse l’assassino. Il serial killer non nasconde le sue vittime.”
   

    “L’ultimo baluardo della Svezia era caduto e la criminalità di natura internazionale era arrivata”: in uno sgabuzzino dell’aeroporto di New York è stato trovato il cadavere di un famoso critico letterario svedese e l’assassino ha preso il suo posto sull’aereo per Stoccolma. Le modalità del delitto portano la firma del Killer del Kentucky, noto semplicemente con l’iniziale K. Nell’arco di vent’anni K ha commesso ventiquattro omicidi, con una pausa di quindici anni tra i primi diciotto e gli altri. Non si capisce che cosa intenda fare in Svezia, ma purtroppo si vedrà presto, quando si trovano i primi cadaveri. E quando si arriverà a capire, neppure allora tutto sarà chiaro; la posta in gioco è troppo grossa, l’assassino è una macchina per uccidere manovrata da altri. Intoccabili. E’ una vittoria dal gusto amaro, quella della polizia svedese. Ma è veramente una vittoria? Meglio lasciar perdere, meglio dimenticare, come ha fatto chi si è occupato del caso in America.
    Questa è la trama a grandi linee di un romanzo che aggiungiamo ai thriller nordici che consideriamo i più nuovi, i più intriganti e raffinati del momento. Perché combinano la validità della vicenda con la caratterizzazione dei personaggi e con l’atmosfera dell’ambientazione. “La linea del male” inizia con un capitolo che contiene in sé i due elementi essenziali di un thriller, il male e la morte, in due pagine che raccolgono gli ultimi pensieri spezzati del critico che sta morendo: “Dolore muto, pensò. Adesso so che cos’è.” Se noi lettori pensavamo di sapere che cosa fosse il dolore muto, ci accorgeremo che no, non lo sapevamo, prima di leggere dello strumento di tortura del Commando Cool che operava nel Vietnam, dei due buchi nel collo come se si trattasse di un vampiro- la firma del killer.   


     
     C’è una frase che ritorna spesso nelle riflessioni dei personaggi, “il sangue cattivo viene sempre a galla”, il motivo dell’ereditarietà del Male che si collega al tema della paternità, visto da diverse angolazioni. Come esplosione di desiderio di paternità in uno dei commissari quasi cinquantenne, come senso di colpa per i figli trascurati nell’ispettore Hjelm, come ferite irrimediabili causate dai padri che porteranno a distorsioni nella personalità dei figli, assassini potenziali o reali.
Hjelm e il cileno Chavez, il finlandese quasi albino Soderstedt (che è passato dall’avvocatura alla polizia, per disgusto), l’ex Mister Svezia Nyberg e Kerstin Holm formano questo gruppo di poliziotti che arriviamo a conoscere bene- tutti ugualmente sconcertati dalla nuova tipologia di delitti che si è instaurata dopo la fine della guerra fredda, in un mondo che si fa fatica a capire, in cui la violenza cieca è uno specchio di quella finalizzata. E, come il sangue cattivo che viene sempre a galla, anche le imprese dei governi hanno onde di ripercussione lunghe- la guerra in Vietnam, quella del Golfo o semplicemente la politica di investimenti svedesi. Il Male è complesso e senza confini.



                                                                                                                                       M. Piccone
Lo scrittore Arne Dahl                        



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