domenica 6 aprile 2025

Veit Heinichen, “A maglie strette” ed. 2025

                                                                    Casa Nostra. Qui Italia

                                               cento sfumature di giallo


Veit Heinichen, “A maglie strette”

Ed. e/o, trad. Monica Pesetti, pagg. 265, Euro 18,05

     Ritorna Proteo Laurenti, vicequestore aggiunto della questura di Trieste, il protagonista dei romanzi seriali di Veit Heinichen, lo scrittore tedesco che vive a Trieste da moltissimi anni- era il 2003 quando andai a Trieste per incontrarlo, dopo la pubblicazione de “I morti del Carso” che mi aveva colpito per la lucidità e la schiettezza con cui lo scrittore parlava di Trieste e dei suoi problemi irrisolti in quel primo romanzo (primo pubblicato in Italia, ma il terzo della serie) in cui appariva un giovane Proteo Laurenti. Gli anni non passano solo per i lettori, passano anche per i personaggi ed ora Proteo è sulla soglia della pensione- quasi non ci crede neppure lui, facciamo fatica a crederlo anche noi lettori anche se dobbiamo riconoscere che è un modo intelligente per terminare una serie. Davvero, diremo addio a Proteo Laurenti, a Marietta dal seno procace, a tutta la famiglia del vicequestore che abbiamo imparato a conoscere?

    Nuota in mare, Proteo, di prima mattina, quando si imbatte in un cadavere. Non è un incontro piacevole. Verrà identificato come una donna, Maria, un’abile skipper. Non è morta annegata, non è stata sbalzata fuori dal gommone, le hanno sparato alla nuca non molte ore prima che Proteo la trovasse.


Nella stessa notte c’è stato un attentato dilettantesco ai danni del Sailing Yacht A, il panfilo gigantesco sequestrato ad un oligarca russo- per la cronaca la più grande imbarcazione a vela del mondo appartiene a Andrej Igorevich Melnichenko e le spese di mantenimento dello yacht in rada sono a carico dello Stato italiano. Proprio per questa spesa esorbitante (sono stati stimati 18 milioni di euro nel 2024), la sera prima un paio di compagni di bevute in una osmiza aveva lanciato scherzando l’idea di farlo saltare in aria- avevano forse attuato quel piano ideato nei fumi alcolici?

E poi c’è la faccenda del ricercato trafficante d’armi russo che è riuscito ad eludere alla sorveglianza e fuggire dagli arresti domiciliari a Milano. Una fuga programmata nei dettagli e di certo grosse quantità di denaro devono essere passate di mano per renderla possibile. L’ultimo pezzo della fuga era via mare, con partenza da Trieste.


    Come sempre, anche “A maglie strette” non è una semplice indagine poliziesca per trovare l’assassino, è piuttosto un’indagine sul malcostume, sulla corruzione, sui traffici loschi facilitati dalla posizione (incantevole peraltro) di Trieste. E soltanto Veit Heinichen ha il coraggio (sì, il coraggio, diciamolo pure) di smascherare il marciume e di portarlo alla luce. È l’occhio esterno che vede con maggiore chiarezza e può denunciare quello che vede perché non vi è coinvolto. Nello stesso tempo, da una miriade di dettagli, dal calore con cui parla di Trieste, è chiaro che ama questa città, che gli piace viverci, che ne conosce gli angoli, che ne apprezza il cibo, che ha una buona intesa con i suoi abitanti- non possiamo fare a meno di vedere il suo alter ego in Proteo Laurenti, anche lui estraneo a Trieste perché originario di Salerno.

Il bar frequentato da Proteo

   E, a proposito di traffici loschi in questo momento, Proteo si imbatte di nuovo in Raffaele Raccaro, un corrotto uomo d’affari che ha le mani in pasta negli investimenti e negli appalti di Trieste- da anni si parla di una funivia che colleghi la zona del porto vecchio con il Carso, da anni il ripristino della famosa linea tranviaria che porta a Opicina è bloccato, anche l’Austria, che non ha mai dimenticato il ‘suo’ sbocco sul mare, è interessata ai progetti. E la manager di Raccaro è la sorella gemella della donna ritrovata morta in mare.

   Ci saranno altri morti, ci sono persone da far scomparire. E poi c’è la diversione della villa in centro che la moglie di Proteo vuole acquistare, c’è un desiderato incontro con la procuratrice croata con cui Proteo ha una storia d’amore senza impegno (lei gli ha fornito un filmato che ha reso possibile ricostruire gli avvenimenti della fuga del russo). E il romanzo scorre via in un baleno, Proteo non si è accomiatato da noi e restiamo con l’interrogativo- leggeremo un’altra sua indagine, magari nel tempo stretto prima del suo pensionamento?



    

 

martedì 1 aprile 2025

Giuliana Salvi, “Clementina” ed. 2025

                                                                Casa Nostra. Qui Italia

          storia di famiglia

Giuliana Salvi, “Clementina”

Ed. Einaudi, pagg. 336, Euro 18,05

 

    Un libro di donne e scritto per le donne- perché no? Si sa che le lettrici sono più numerose dei lettori e si sa che le lettrici si appassionano nel riconoscere qualcosa di se stesse nei personaggi sulla carta. Questa poi, di Clementina, è una storia vera e ha, in più, il fascino di tutte le storie vere. Perché Clementina fa Salvi di cognome ed è la bisnonna della scrittrice. Ed è una storia che copre buona parte del ‘900, dagli inizi a dopo la seconda guerra mondiale.

     Clementina è la maggiore di quattro sorelle, una di loro, la minore, muore. È il primo lutto in questa famiglia che la morte non risparmia- ma la morte non risparmia nessuno. Il padre ritira presto Clementina da scuola, ma non ci sono ostacoli per una mente curiosa e intelligente e ambiziosa, la cultura non si acquista solo a scuola. Clementina si sposa giovane, il marito è un ingegnere delle ferrovie, vanno a vivere a Roma e a Roma nascono i loro figli, quattro. La morte colpisce ancora, il dolore è straziante, Clementina ritorna a vivere a Lecce, i bambini sono solo tre, le due sorelle la accolgono a braccia aperte. Immaginiamo le ristrettezze di tre donne sole che vivono con quello che i genitori hanno lasciato e la pensione del marito di Clementina.




Quando si presenta l’occasione di un lavoro, Clementina tentenna. È l’affascinante professore di francese che glielo propone. Se Clementina è stata così brava a insegnare a casa ai suoi figli prima di iscriverli alla scuola pubblica, perché non accetta di dare lezioni a ragazzi che fanno fatica ad imparare? È per onestà che Clementina è incerta. Lei non è una maestra, lei non ha nessun diploma, ha solo un metodo empirico e ore di studio notturno.

Infine Clementina accetta, prima sono pochi studenti che vengono a casa sua e studiano insieme ai suoi figli, poi viene adattata una stanza della grande casa, poi si iscrivono anche delle ragazze. I risultati di questi studenti agli esami sono eccellenti, i professori non riescono a credere che quelle giovani menti si siano schiuse come per miracolo. Per alcuni casi Clementina deve imporsi con i genitori perché permettano al figlio o alla figlia di continuare a studiare- non vogliono o non possono pagare? Poco importa. Si creerà un legame stretto tra la maestra e i ‘suoi ragazzi’.

   Clementina insegnante e Clementina madre e sorella- sono due aspetti della sua personalità, due filoni narrativi perfettamente armonizzati. Lei aveva promesso al marito che non si sarebbe risparmiata, che avrebbe fatto studiare i figli, che li avrebbe aiutati a trovare la loro strada. Faranno scintille tutti e tre- il primogenito diventerà professore universitario, il minore diventerà avvocato e farà conoscere a Clementina la gioia di diventare nonna, Emira studierà lettere, è la figlia complessata per non essere bella, sempre in rapporto conflittuale con la madre.


    E lei, Clementina, come donna? Non ha mai smesso l’abito nero dopo la morte dell’amato marito, la sua unica gloria sono i lunghi capelli che tardano ad imbiancare. È una donna fiera, orgogliosa, volitiva e caparbia che neppure i numerosi lutti riescono a piegare. Non si permette di cedere al sentimento, Clementina. È chiaro che il professore di francese è innamorato di lei, forse anche lei lo è di lui, ma l’obbligo di fedeltà al marito è più forte. Forse non vuole sostituire la figura paterna per i suoi figli con quella di un altro uomo e comunque ha chiuso il suo cuore, ha sostituito l’amore con una missione.

    Sullo sfondo scorrono le vicende dell’Italia, della prima e della seconda guerra mondiale, del Referendum per la Repubblica. Clementina assiste, le vive solo in quanto si riflettono sulla sua famiglia, ma anche questa è una esperienza che molte, moltissime donne, prese dalle cure quotidiane, possono condividere.

    La narrativa alterna un tempo presente con quella del passato- quando nel presente si allude a qualcuno che non c’è più, verremo a sapere dopo, riandando indietro negli anni, che cosa è successo. Qualche inflessione dialettale leccese aggiunge un pizzico di colore in questa storia che si legge di volata, con una protagonista dal dolce nome antiquato che non possiamo non ammirare.


credit Marika Delli Ponti