Casa Nostra. Qui Italia
Veit Heinichen, “A maglie strette”
Ed.
e/o, trad. Monica Pesetti, pagg. 265, Euro 18,05
Ritorna Proteo Laurenti, vicequestore
aggiunto della questura di Trieste, il protagonista dei romanzi seriali di Veit
Heinichen, lo scrittore tedesco che vive a Trieste da moltissimi anni- era il
2003 quando andai a Trieste per incontrarlo, dopo la pubblicazione de “I morti
del Carso” che mi aveva colpito per la lucidità e la schiettezza con cui lo
scrittore parlava di Trieste e dei suoi problemi irrisolti in quel primo
romanzo (primo pubblicato in Italia, ma il terzo della serie) in cui appariva
un giovane Proteo Laurenti. Gli anni non passano solo per i lettori, passano
anche per i personaggi ed ora Proteo è sulla soglia della pensione- quasi non
ci crede neppure lui, facciamo fatica a crederlo anche noi lettori anche se
dobbiamo riconoscere che è un modo intelligente per terminare una serie.
Davvero, diremo addio a Proteo Laurenti, a Marietta dal seno procace, a tutta
la famiglia del vicequestore che abbiamo imparato a conoscere?
Nuota in mare, Proteo, di prima mattina, quando si imbatte in un cadavere. Non è un incontro piacevole. Verrà identificato come una donna, Maria, un’abile skipper. Non è morta annegata, non è stata sbalzata fuori dal gommone, le hanno sparato alla nuca non molte ore prima che Proteo la trovasse.
Nella
stessa notte c’è stato un attentato dilettantesco ai danni del Sailing Yacht A,
il panfilo gigantesco sequestrato ad un oligarca russo- per la cronaca la più
grande imbarcazione a vela del mondo appartiene a Andrej Igorevich Melnichenko
e le spese di mantenimento dello yacht in rada sono a carico dello Stato
italiano. Proprio per questa spesa esorbitante (sono stati stimati 18 milioni
di euro nel 2024), la sera prima un paio di compagni di bevute in una osmiza aveva lanciato scherzando l’idea
di farlo saltare in aria- avevano forse attuato quel piano ideato nei fumi
alcolici?
E poi c’è la faccenda del ricercato trafficante d’armi russo che è riuscito ad eludere alla sorveglianza e fuggire dagli arresti domiciliari a Milano. Una fuga programmata nei dettagli e di certo grosse quantità di denaro devono essere passate di mano per renderla possibile. L’ultimo pezzo della fuga era via mare, con partenza da Trieste.
Come sempre, anche “A maglie strette” non è una semplice indagine poliziesca per trovare l’assassino, è piuttosto un’indagine sul malcostume, sulla corruzione, sui traffici loschi facilitati dalla posizione (incantevole peraltro) di Trieste. E soltanto Veit Heinichen ha il coraggio (sì, il coraggio, diciamolo pure) di smascherare il marciume e di portarlo alla luce. È l’occhio esterno che vede con maggiore chiarezza e può denunciare quello che vede perché non vi è coinvolto. Nello stesso tempo, da una miriade di dettagli, dal calore con cui parla di Trieste, è chiaro che ama questa città, che gli piace viverci, che ne conosce gli angoli, che ne apprezza il cibo, che ha una buona intesa con i suoi abitanti- non possiamo fare a meno di vedere il suo alter ego in Proteo Laurenti, anche lui estraneo a Trieste perché originario di Salerno.
![]() |
Il bar frequentato da Proteo |
E, a
proposito di traffici loschi in questo momento, Proteo si imbatte di nuovo in
Raffaele Raccaro, un corrotto uomo d’affari che ha le mani in pasta negli
investimenti e negli appalti di Trieste- da anni si parla di una funivia che
colleghi la zona del porto vecchio con il Carso, da anni il ripristino della
famosa linea tranviaria che porta a Opicina è bloccato, anche l’Austria, che
non ha mai dimenticato il ‘suo’ sbocco sul mare, è interessata ai progetti. E
la manager di Raccaro è la sorella gemella della donna ritrovata morta in mare.
Ci saranno altri morti, ci sono persone da
far scomparire. E poi c’è la diversione della villa in centro che la moglie di
Proteo vuole acquistare, c’è un desiderato incontro con la procuratrice croata
con cui Proteo ha una storia d’amore senza impegno (lei gli ha fornito un
filmato che ha reso possibile ricostruire gli avvenimenti della fuga del
russo). E il romanzo scorre via in un baleno, Proteo non si è accomiatato da
noi e restiamo con l’interrogativo- leggeremo un’altra sua indagine, magari nel
tempo stretto prima del suo pensionamento?