Voci da mondi diversi. Africa
sagaNamwali Serpell, “Capelli, lacrime e zanzare”
Ed. Fazi, trad. E. Budetta, pagg. 650, Euro 18,50
“Scrivo per i curiosi”, ha detto Namwali
Serpell, la giovane scrittrice zambiana che ha vinto parecchi premi nel 2020
con questo romanzo dal titolo “The old drift” in originale. E il fascino del
romanzo è proprio nella curiosità che suscita nei lettori, trascinati in un
mondo che non conoscono, coinvolti in una saga che copre tre generazioni di
donne (nonne, nipoti e figlie) e che ci trasporta dall’Africa all’Italia e
all’Inghilterra prima di ritornare a Lusaka, capitale dello Zambia.
Tutto inizia nei primi anni del ‘900, con
la colonizzazione dell’Africa, la scoperta delle cascate Vittoria, la
convinzione che i bianchi siano esseri superiori e il disprezzo per i neri
comprensibile e scontato.
Quando la scena si sposta in Italia, ad Alba, e fa la sua comparsa la prima delle protagoniste femminili, Sibilla, lo stupore per questo personaggio ci invita alla pazienza per arrivare a capire quale è e quale sarà il collegamento tra lei e l’Africa. Sibilla e le altre due grandi protagoniste hanno tutte un ‘difetto’, come una crepa su un vaso di cristallo. Sibilla è affetta da ipertricosi- ho pensato al personaggio de “La donna leone” di Erik Fosnes Hansen-, un’anomalia per cui è interamente ricoperta di peli che, anche se tagliati quotidianamente, ricrescono a velocità incredibile. Quando ci sposteremo in Inghilterra conosceremo Agnes, giovane promessa del tennis che diventa cieca, e in Africa, infine, Matha che, dopo essere stata abbandonata incinta dall’uomo che amava, non smise più di piangere per tutto il resto della vita.
Nonostante la sua stranezza, o forse
proprio per quella, Sibilla incontra l’amore- una storia avventurosa che
include un omicidio, un’identità rubata e una fuga in Zambia dove il marito italiano
si occuperà dei lavori per la diga di Kariba sullo Zambesi. Poi seguirà il
disamore nonostante la nascita di una figlia e per lui il decadimento fisico e
l’alcolismo che sembrano essere prerogative dei bianchi nelle aree colonizzate.
Anche Agnes si innamora ed è ricambiata.
Lei non lo sa, perché non vede, ma il suo Ronald, in Inghilterra con una borsa
di studio, è di colore. La loro unione è avversata dai genitori di lei e anche
questa coppia pensa di trovare riparo dai pregiudizi in Africa. Avranno due
figli e il maschio, Lionel, sarà il protagonista dell’ultima parte del libro,
insieme a Sylvia, figlia della piangente Matha. La quale Matha, però, era stata
protagonista del programma spaziale zambiano (poco o affatto conosciuto, ma
assolutamente reale anche se risibile) voluto da Edward Makuka Nkoloso negli
anni ‘60, mentre sua figlia, con la prerogativa di un codice genetico diverso,
sarà al centro delle ricerche scientifiche per il vaccino che possa salvare
l’Africa dalla nuova peste dell’Aids che ha già spazzato via due generazioni.la diga Kariba
È un romanzo ambizioso, “Capelli, lacrime e
zanzare”, in cui le zanzare del titolo italiano non sono gli insetti noiosi a
cui siamo abituati in Europa ma voraci portatori di malattie e protagoniste di un quanto mai insolito
coro che intervalla la narrazione. C’è realismo e realismo magico africano, c’è
un filone futurista con ricerche scientifiche e tecnologiche e ci sono tracce
di fantascienza con droni e microchips inseriti nelle dita della popolazione
(sono uno sviluppo ulteriore dei telefoni cellulari con mille ulteriori
funzioni, da torcia a macchina fotografica, e finiscono per essere un
ineludibile strumento di controllo da parte del potere centrale). Ci sono
storie su storie e una miriade di personaggi: se possiamo ricorrere
all’immagine possente delle cascate Vittoria come un paragone per questo
grandioso romanzo, possiamo però anche pensare a quando il corso di un fiume si
fa meno impetuoso e l’acqua diventa stagnante, per le pagine in cui il racconto
rallenta e perde la presa.
È forse un po’ troppo lungo questo
romanzo affascinante per lettori curiosi? Resta, però, un libro da leggere,
così come Namwali Serpell, che si è trasferita in America con la famiglia
all’età di nove anni, resta una scrittrice da tenere d’occhio.
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