Diaspora africana
guerra d'Etiopia
Maaza Mengiste, “Il Re Ombra”
Ed.
Einaudi, trad. A. Nadotti, pagg. 440, Euro 21,00
Hailé Selassié
Questo è un romanzo epico e grandioso che
risuona degli echi delle composizioni epiche di una tradizione gloriosa, dei gridi
di guerra degli eroi di Omero. La presenza del coro, che ritorna a punteggiare
la narrazione, non è un caso- Cantate,
figlie, di una donna e di mille, di quelle moltitudini accorse come il vento a
liberare un paese da perfide belve…Cantate, uomini, della valorosa Aster e la
furiosa Hirut e della loro luce accecante su una terra in ombra- ci fa
pensare all’Iliade, alle donne del coro di Canterbury ne “Assassinio nella
cattedrale” di Eliot.- perché il
valore di Ettore e la furia di Achille sono attribuite a due donne che escono
dall’ombra in cui la Storia è solita relegarle. Aster e Hirut sono le Amazzoni,
le eroine di questo romanzo, le protagoniste che giganteggiano a fianco degli
altri guerrieri.
È il
1974 quando Hirut, seduta per terra in un angolo della stazione di Addis Abeba,
attende qualcuno a cui deve restituire una cassetta piena di lettere, di
articoli di giornale, di fotografie, di ‘innumerevoli morti che esigono
risurrezione’. Le date di questo materiale: dal 1935 al 1941. Il proprietario
della cassetta a lei affidata finché si fossero rivisti: Ettore Navarra,
fotografo al seguito delle truppe italiane nella Campagna d’Africa Orientale o
Guerra d’Etiopia, una guerra brutale, impari, razzista.
1935. Inizia il lungo flashback sugli anni di guerra. Una giovanissima Hirut a servizio del nobile Kidane e di sua moglie Aster reclama per sé un ruolo attivo nella lotta contro l’invasore- dopo tutto suo padre le aveva affidato il fucile su cui cinque tacche segnavano gli italiani da lui uccisi nella guerra precedente. Anche Aster, in lutto per la morte di un figlio, gelosa di Hirut, indossa il mantello del marito e imbraccia le armi. Hirut diventerà la guardiana del Re Ombra, Aster si metterà a capo di un gruppuscolo di donne soldato, entrambe saranno prese prigioniere. E quello che passeranno è immaginabile- in guerra dove ogni istinto animalesco prende il sopravvento, in una società razzista e maschilista, la sorte di due donne prigioniere è peggiore ancora di quella degli uomini.
Il colonnello Fucelli comanda il manipolo di italiani in quella postazione su un terrazzamento a strapiombo- posizione ideale per infliggere la morte che gli offre un piacere sadico facendo precipitare le vittime nel vuoto dall’alto. Non gli basta. Ettore Navarra, soprannominato ‘Foto’, deve cogliere quel tragico volo senza ali con il suo obiettivo. Sarà una testimonianza, una sciagurata forma di arte. Saranno le fotografie di cui Navarra conserverà una copia nella cassetta, insieme a quelle delle due prigioniere, corpi bellissimi che i dominatori vorrebbero umiliare ma che protestano la loro dignità.
Non c’è salvezza per il colonnello Fucelli
la cui crudeltà adombra quella del generale Graziani, il boia del Fezzan che
utilizzò l’iprite vietata dalle convenzioni internazionali. Non c’è attenuante
neppure per l’obbediente Navarra, nonostante sia lui stesso una vittima del
fascismo- smetterà di ricevere lettere dai suoi genitori, finiti chissà dove in
qualche rastrellamento, prigionieri in quanto ebrei, proprio come Aster e
Hirut.
È questa ampia visione della Storia che
piace nel romanzo di Maaza Mengiste, così come piacciono le diverse angolature-
dal punto di vista degli etiopi che difendono il loro paese, degli ascari che
vengono considerati traditori, delle donne nella loro duplice veste di
guerriere e di donne fragili che devono soggiacere alle voglie dei maschi, del
Re in esilio, dell’umile Re Ombra che riveste panni non suoi, dei ‘cattivi’ che
questa volta siamo noi, gli italiani ‘brava gente’.
Un romanzo duro, fatto di guerra, di morti,
di sangue, di stupri, primo fra tutti quello di una terra occupata a forza. Un romanzo
che riesce ad avere la terribile bellezza poetica dei poemi epici. Da leggere.
la recensione del precedente romanzo di Maaza Mengiste, insieme all'intervista con la scrittrice, si trova sotto l'etichetta 'diaspora africana'
la recensione sarà pubblicata su www.stradanove.it
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