cento sfumature di giallo
FRESCO DI LETTURA
Melanie Raabe, “La verità”
Ed.
Corbaccio, trad. L. Basiglini, pagg. 370, Euro 15,22
Non si hanno notizie di lui da sette anni.
Philipp Peterson, di Amburgo, è partito per la Colombia sette anni fa ed è
scomparso. Di certo è arrivato in Colombia, ma si sono perse le sue tracce tra
il suo albergo e quello in cui aveva l’appuntamento per un incontro di lavoro.
E’ la moglie Sarah a raccontare. Del primo
incontro con lui ad un concerto all’aperto, del temporale e del colpo di
fulmine- nel cielo scuro di nubi e nei loro cuori. Dell’amore e
dell’opposizione che lei, Sarah, aveva incontrato nella madre di Philipp che
l’aveva giudicata un’arrivista. Del matrimonio e del bambino che aveva solo un
anno quando il padre non era tornato dal viaggio in Colombia. Sarah si era
fatta forza, aveva continuato a lavorare, aveva cresciuto il figlio da sola, si
era rifiutata di far dichiarare morto il marito rinunciando anche, così, a
diventare erede della sua ricchezza.
E adesso la telefonata. Philipp è vivo. Il
mistero dietro il suo rapimento per cui nessun riscatto è mai stato chiesto non
è stato risolto. E’ in volo per Amburgo. Però all’aeroporto Sarah non riconosce
l’uomo che scende dall’aereo. Forse assomiglia a Philipp ma non è lui, non è
suo marito. Questo è un impostore che può giocare sul fatto che la madre di
Philipp ha l’Alzheimer, il figlio non può ricordare il volto del padre, un
amico è all’estero e Sarah…be’, Sarah ha avuto dei disturbi psichici in
passato, Sarah è sotto shock, non si deve credere a Sarah.
Chi
è quest’uomo che si spaccia per Philipp Petersen? Che cosa vuole? Come fa a
sapere tante cose di lei, di loro? E il vero Philipp dov’è? Vivo o morto?
Questo è l’inizio dell’inquietante
psico-thriller della scrittrice tedesca Melania Raabe, “La verità”. La verità
ha molte facce, è elusiva, spesso si nasconde. E la verità cercata dai
protagonisti del romanzo non è solo quella che riguarda quanto è successo a
Philipp in Colombia e la sua identità. E’ anche la verità del rapporto di
coppia e quella dimenticata, nascosta in un incidente in un bosco, una notte
che avevano litigato. E ancora: dice sempre la verità, il vero o presunto
Philipp? Dice la verità Sarah, la voce narrante, il punto di vista che il
lettore tende a fare proprio?
La tensione è forte fino al termine del
romanzo, in un alternarsi di credibilità, dell’uno e dell’altra, in un
cambiamento di scenario, dalla grande casa che improvvisamente diventa sinistra
alle strade di Amburgo che Philip (è lui?) impara di nuovo a conoscere, alla
metropolitana, al bosco, al luogo tutto ‘loro’ dei loro incontri.
“Nulla è più crudele dell’estraneità di
coloro che conosciamo”, dice una citazione del romanzo. E questo è forse il
significato profondo di un libro che può essere letto semplicemente come un
mystery o un thriller. Perché, dietro la vicenda dell’uomo che ritorna e la
moglie non ravvisa le sue fattezze e lo avverte come un pericoloso sconosciuto,
c’è il dramma più quotidiano, doloroso e crudele, il sogno che crolla,
l’idillio che si dissolve, la delusione, il rendersi conto che non conosciamo
affatto- o non conosciamo più- colui o colei che ci vive accanto , che
credevamo conoscere e che ci è diventato estraneo.
la recensione sarà pubblicata su www.stradanove.net
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